Il Disegno di legge “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015” ha superato il primo banco di prova con il voto favorevole che abbiamo dato alla Camera. Ora passerà al Senato, che spero lo approverà definitivamente il prima possibile. Si tratta di un accordo molto importante raggiunto tra gli Stati per la riduzione del riscaldamento globale e per rendere più sostenibile la vita dell’uomo sul nostro pianeta.
– CONTRIBUTO ITALIANO AL GREEN CLIMATE FUND: Il ministero dell’Ambiente e’ autorizzato ad assicurare la partecipazione italiana, per un importo pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2018, alla prima capitalizzazione del Green Climate Fund istituito durante la sedicesima sessione della Conferenza delle Parti (COP 16) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Quanto ai ‘Contributi determinati a livello nazionale’, il ddl prevede che gli eventuali oneri finanziari conseguenti ai contributi determinati a livello nazionale saranno autorizzati con appositi provvedimenti normativi, dopo che siano stati definiti a livello europeo.– COS’E’ E COSA PREVEDE L’ACCORDO DI PARIGI: L’Accordo di Parigi e’ un trattato internazionale sui cambiamenti climatici, giuridicamente vincolante, nell’ambito del quale ogni Parte assumera’ impegni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, a partire dal 2020, o anche prima se l’entrata in vigore lo permettera’. L’Accordo e’ stato formalmente ratificato dal Consiglio Ambiente dell’UE il 4 ottobre scorso, subito dopo aver ottenuto il consenso del Parlamento europeo. Con l’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento europeo ed il completamento del processo di ratifica da parte dell’Ue e’ stata raggiunta la soglia fissata (ratifica da parte del 55% delle parti contraenti, rappresentanti il 55% delle emissioni totali), pertanto l’accordo entrera’ in vigore il 5 novembre prossimo.
Come spiega la relazione tecnica che accompagna il ddl, questi sono gli obiettivi principali:
L’ACCORDO REGOLA LA MITIGAZIONE E, PER LA PRIMA VOLTA, ANCHE L’ADATTAMENTO E IL SUPPORTO FINANZIARIO PER IL CLIMA. L’obiettivo di lungo termine dell’Accordo per la mitigazione e’ contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2^ C e proseguire l’azione volta a limitare l’aumento di temperatura a 1,5^ C rispetto ai livelli pre-industriali. Saranno inoltre rinforzate le capacita’ di adattamento e la resilienza climatica e i flussi finanziari saranno resi coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente al clima. Tutte le Parti dovranno comunicare e intraprendere sforzi ambiziosi garantendo una progressione collettiva nel tempo.
MISURE DI MITIGAZIONE: i Paesi puntano a raggiungere il picco globale delle emissioni quanto prima e a ridurre rapidamente le proprie emissioni al fine di pervenire a un equilibrio tra emissioni e assorbimenti nella seconda parte del secolo. Ogni Paese deve preparare, comunicare e mantenere successivi contributi nazionali di mitigazione, da comunicare al momento della ratifica e ogni cinque anni. I contributi volontari gia’ presentati saranno riconosciuti automaticamente, a meno che il rispettivo Paese decida diversamente. Ogni contributo nazionale deve costituire un avanzamento rispetto agli sforzi precedenti. Inoltre, si definiscono modalita’ per allineare i tempi di attuazione dei contributi di mitigazione. In progressione, i contributi di ogni Paese dovranno coprire tutti i settori dell’economia.
MECCANISMI DI MERCATO: E’ istituito un meccanismo di mercato quale azione di cooperazione allo scopo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra; alzare gli obiettivi e promuovere lo sviluppo sostenibile nel rispetto dell’integrita’ ambientale. E’ stato stabilito un obiettivo globale per aumentare la capacita’ di adattarsi, aumentare la resilienza e ridurre la vulnerabilita’ ai cambiamenti climatici. Tutti i Paesi devono impegnarsi per attuare i piani e le azioni di adattamento; a tale fine i Paesi in via di sviluppo riceveranno supporto internazionale. Si riconosce l’importanza di evitare, ridurre al minimo e affrontare le perdite e i danni associati ai cambiamenti climatici.
FINANZA PER IL CLIMA: Uno degli obiettivi fondamentali dell’Accordo e’ ottenere una trasformazione delle economie rendendo, nel lungo periodo, tutti i flussi finanziari compatibili con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Lo sforzo di mobilitazione delle risorse sara’ globale e verra’ effettuato da parte di tutti i Paesi, con il ruolo di guida dei Paesi sviluppati, e sara’ realizzato mediante una varieta’ di risorse e strumenti finanziari. Inoltre, per quanto riguarda la finanza per il clima nel periodo antecedente il 2020, l’Accordo richiede la creazione di un chiaro percorso da parte dei Paesi sviluppati per il raggiungimento dell’obiettivo dell’erogazione di 100 miliardi di dollari al 2020, stabilito dagli accordi di Copenhagen del 2009. Per il periodo successivo al 2020, si prevede la prosecuzione degli obblighi collettivi di supporto finanziario da parte dei Paesi sviluppati sul livello di almeno 100 miliardi di dollari all’anno fino all’anno 2025, nonche’ la revisione dell’obiettivo finanziario collettivo entro il 2025, a partire da 100 miliardi di dollari all’anno sulla base delle necessita’ e priorita’ dei Paesi in via di sviluppo.