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Via libera alla legge di riforma della Protezione civile

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La proposta di legge delega, approvata in via definitiva dalla Camera, punta a un riordino generale della normativa relativa alla Protezione civile. In sintesi, il provvedimento, che è stato approvato dalla Camera in prima lettura a settembre 2015, prevede l’emanazione – entro 9 mesi dall’entrata in vigore della delega – di uno o più decreti legislativi di “ricognizione, riordino, coordinamento, modifica e integrazione” delle disposizioni legislative vigenti che disciplinano il Servizio nazionale della Protezione civile e le relative funzioni, nel rispetto dei principi e delle norme costituzionali, delle norme dell’Unione Europea e in base al principio di leale collaborazione e di sussidiarietà.

La Protezione civile viene definita “come insieme delle attività volte a tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi naturali o di origine antropica, articolate in attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi connessi con i medesimi eventi calamitosi, di pianificazione e gestione delle emergenze, nonché di coordinamento delle misure da attuare”. Il sistema di Protezione civile che esce dalla delega e che il Governo dovrà attuare è un “sistema policentrico” che opera “a livello centrale, regionale e locale”, con la possibilità “di definire livelli di coordinamento intermedi tra la dimensione comunale e quella regionale e di integrare l’elenco delle strutture operative che concorrono alle finalità di Protezione civile, includendovi anche eventuali soggetti organizzati in base a principi innovativi”.
Dovrà essere prevista una “disciplina organica degli strumenti nazionali di finanziamento per l’esercizio delle funzioni di protezione civile, articolati nel Fondo nazionale di protezione civile, nel Fondo per le emergenze nazionali e nel Fondo regionale di protezione civile”. Tra le altre cose i dlgs dovranno prevedere ad assicurare il coordinamento e la coerenza terminologica in materia di protezione civile nel rispetto de: l’identificazione delle tipologie dei rischi per i quali si esplica l’azione di protezione civile; una più efficace ed effettiva attribuzione delle connesse responsabilità gestionali ed amministrative; il raccordo delle attività di pianificazione in materia di protezione civile svolte ai diversi livelli con quelle di valutazione ambientale e di pianificazione territoriale nei diversi ambiti e di pianificazione strategica.

E ancora: l’omogeneizzazione, su base nazionale, delle terminologie e dei codici convenzionali adottati dal Servizio nazionale della protezione civile per classificare e per gestire le diverse attività di protezione civile (compresi gli aspetti relativi alla comunicazione del rischio), anche in relazione alla redazione dei piani di protezione civile, nel rispetto dell’autonomia organizzativa delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano; l’individuazione dei livelli degli effetti determinati dagli eventi calamitosi, per giungere al riconoscimento ed all’erogazione secondo metodologie appropriate, di forme di agevolazione o ristoro omogenee sul territorio nazionale.

Prevista anche: l’introduzione di appositi strumenti di semplificazione volti alla riduzione degli adempimenti amministrativi; l’integrazione del Servizio nazionale della protezione civile con la disciplina in materia di protezione civile dell’Unione europea. La revisione dovrà riguardare anche “le singole fattispecie connesse a particolari esigenze, ivi comprese quelle riguardanti la gestione dei rifiuti, delle macerie, dei materiali vegetali e delle rocce e terre da scavo prodotti in condizioni di emergenza” e le “modalità di reperimento delle forniture di beni di prima necessità, di servizi e di materiali necessari nelle diverse fasi dell’emergenza, prevedendo meccanismi atti a favorire il coinvolgimento delle attività produttive di beni e servizi presenti sul territorio al fine di sostenere l’economia delle aree interessate dall’evento calamitoso, compatibilmente con la normativa dell’Unione europea e con i principi vigenti in materia di disciplina della concorrenza e dei mercati”. Tra le altre cose la riforma dovrà prevedere anche l’istituzione “di meccanismi e procedure per la revisione e la valutazione periodica dei piani di emergenza comunali, nel quadro dell’esercizio coordinato delle funzioni di protezionecivile”.

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