Con 56 ONG in rivolta contro le restrizioni italiane, nell’ennesima estate calda per i migranti riemerge lo scontro tra organizzazioni non governative e istituzioni.
L’allarme umanitario: fermare le navi delle organizzazioni non governative (ONG) potrebbe significare un aumento delle morti in mare. Questo è il grido d’allarme lanciato da 56 ONG alla Unione Europea. Le associazioni chiedono l’immediato cessare di quella che definiscono come “l’illegittima ostruzione” della flotta umanitaria disposta dall’Italia.
Navi umanitarie alla deriva
Recentemente, l’Aurora di Sea Watch è stata fermata per aver attraccato a Lampedusa anziché a Trapani. Allo stesso modo, la Open Arms è stata ancorata nel porto di Carrara per 20 giorni e la Sea-Eye 4 ha ricevuto istruzioni di rimanere nel porto di Salerno per un periodo equivalente. Queste restrizioni sono drammatiche, secondo le ONG: “Se l’assistenza umanitaria in mare continua ad essere ostacolata, ci sarà una presenza drasticamente diminuita delle navi civili di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale ed il risultato sarà ancora più vite perse”, affermano.
Legge italiana sotto accusa
Le 56 ONG non si fermano qui. Chiedono l’abolizione delle multe previste dalla nuova legge italiana che limita le attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale. “La legge deve essere revocata immediatamente; il diritto marittimo internazionale e il diritto dei diritti umani devono costituire il quadro di riferimento per tutti coloro che operano in mare”, scrivono.
L’arrivo della Ocean Viking
La richiesta delle ONG ha preso ulteriore slancio in seguito all’arrivo nel porto di Napoli della Ocean Viking, una nave gestita dall’organizzazione non governativa Sos Mediterranée. La nave, con 254 migranti a bordo, ha ancorato in porto dopo una notte in mare e uno sbarco parziale a Vibo Valentia. Mentre la nave ormeggiava, alcuni migranti a bordo hanno manifestato la loro gioia con danze e applausi.
Cambiamenti di rotta
Inizialmente, la nave doveva dirigere verso Genova, ma a causa delle cattive condizioni meteo in Liguria, la destinazione è stata cambiata in Napoli. Tra coloro che sono scesi dalla nave vi è anche una bambina di sette anni che viaggiava da sola.
Altri sbarchi e contesto più ampio
Nel porto di Livorno ha già attraccato la Humanity 1 della ONG tedesca, con 57 persone a bordo salvate nei giorni scorsi da un barcone in difficoltà al largo delle coste libiche. A Brindisi, invece, si è concluso lo sbarco di 168 migranti a bordo della nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere. La maggioranza di questi migranti ha meno di 18 anni. Sono questi i volti delle crisi umanitarie che le ONG cercano di mitigare.