Non ho forse tutti i dati e gli elementi necessari per un giudizio completo, ma trovo stucchevole che costantemente su ogni tema si ripropongano conflitti di campanile tra le diverse città della Romagna e che le questioni sanitarie siano sempre confinanti con l’urbanistica e l’edilizia.
Allora, poniamo che serva un nuovo ospedale a Cesena, che l’attuale “Bufalini” sia effettivamente inadeguato e che occorra farne uno nuovo, in un’altra zona della città. A mio parere andrebbero individuati alcuni paletti, da fissare nella conferenza sanitaria della Romagna – in cui siedono tutti i sindaci dei Comuni romagnoli – che è l’unico organo a poter decidere un intervento di questa enorme portata.
Cinque paletti andrebbero fissati:
1) che sia un progetto a volumi zero: al nuovo edificio deve corrispondere le demolizione di quello attuale e adibire l’area a verde pubblico.
2) che venga realizzato in area di proprietà pubblica, fugando ogni dubbio da eventuali speculazioni di carattere immobiliare. Se ci sono aree pubbliche disponibili, perché realizzarlo su un terreno privato?
3) che sia deciso nero su bianco che non sarà genericamente “L’ospedale della Romagna”, ma abbia una sua vocazione specifica in cui essere riferimento per la Romagna.
4) che vengano definite, pur assicurando la presenza di una gamma di servizi e prestazioni trasversali e di qualità in ogni ospedale, le specializzazioni di eccellenza di ogni ospedale. Esempio: a Rimini la pediatria, a Cesena traumatologia e maxillo-facciale, a Forlì l’oncologia e la chirurgia oncologica, ecc.
5) se davvero serve un ospedale nuovo a Cesena, si finanzino solo gli interventi strettamente necessari alla manutenzione ordinaria, lasciando perdere qualsiasi altro intervento strutturale presso quella struttura.