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Un bilancio dello Stato più leggibile e trasparente

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Addio a una legge di Stabilità complicatissima, indecifrabile per i più, e troppo localistica. Con la riforma approvata oggi dalla Camera e che ora passa all’esame del Senato, il Bilancio dello Stato diventa semplice, trasparente e solo macro-economico.

Non sarà più composto da due provvedimenti (legge di Stabilità e Bilancio) bensì da uno solo composto di due sezioni: la prima incentrata su misure legislative, che prendendo il posto della vecchia Stabilità, fisseranno gli  obiettivi di finanza pubblica; la seconda contenente, invece, le previsioni di entrata e di spesa.

La struttura del nuovo Bilancio sarà dunque molto più semplice, con notevole vantaggio in termini di trasparenza.

La sintesi del provvedimento

UNICO DOCUMENTO BILANCIO Dal prossimo ottobre, grazie a questa legge, ddl Stabilità e ddl bilancio saranno uniti in un unico ddl, la legge di bilancio che avrà due sezioni: la prima dedicata esclusivamente alle misure volte a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, che assorbe, in gran parte, l’attuale contenuto della legge di Stabilità, e la seconda dedicata, invece, alle previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, che, pur ricalcando l’attuale contenuto del bilancio di previsione, viene ad assumere un contenuto sostanziale, potendo incidere direttamente, attraverso rimodulazioni ovvero rifinanziamenti, definanziamenti o riprogrammazioni, sugli stanziamenti previsti a legislazione vigenteo. La seconda parte dovrà recepire anche le modifiche apportate dal Parlamento alle norme della prima parte e prima dell’approvazione definitiva del ddl il governo dovrà presentare alle Camere una nota di variazione.

TEMPI E AGGIORNAMENTO DEF La nota di aggiornamento del Def dovrà essere presentata entro il 27 settembre (invece del 20) così da tenere conto anche della seconda notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle amministrazioni pubbliche effettuata, entro il 30 settembre, dall’Istat alla Commissione Ue. Allo stesso tempo si sposta dal 15 al 20 di ottobre la data entro la quale dovrà essere presentato il ddl bilancio. La nota di aggiornamento del Def dovrà inoltre contenere l’indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa, ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.

CLAUSOLE SALVAGUARDIA E POTERI A CHIGI La riforma Boccia elimina la previsione delle clausole di salvaguardia oggi comunemente utilizzate. Si prevede innanzitutto che nel caso di leggi i cui oneri siano individuati mediante previsioni di spesa, il Mef dovrà provvedere al monitoraggio degli oneri, sulla base degli elementi di informazione trasmessi dal ministero competente, per prevenire il verificarsi di eventuali scostamenti dell’andamento degli oneri rispetto alle previsioni di spesa. Se si stanno per verificare scostamenti, sarà il Mef in prima battuta a recuperare le risorse mancanti tagliandole dagli stanziamenti del ministero competente. Se questo non dovesse ancora bastare, allora interverrà Palazzo Chigi emanando un dpcm da approvare in Consiglio dei ministri e inviare alle Camere per provvedere alla “riduzione degli stanziamenti iscritti negli stati di previsione della spesa”.

Viene inoltre previsto che, in caso di misure pluriennali per cui si sta per verificare uno scostamento, per gli anni successivi a quello in corso, la compensazione degli effetti che eccedono le previsioni di spesa di provvederà all’interno della legge di Bilancio. STOP MANCE La prossima legge di Bilancio (che unirà ddl Stabilità e ddl Bilancio) non “dovrà”, per legge, in ogni caso, contenere norme di delega, di carattere ordinamentale o organizzatorio, né interventi di natura localistica o  microsettoriale, ovvero norme che dispongono la variazione diretta delle previsioni di entrata o di spesa contenute nella seconda sezione del predetto disegno di legge. Quello che potrà avvenire dall’ottobre prossimo è che all’interno della legge di Bilancio il governo impegni alcune risorse per misure di natura localistica e microsettoriale, che potranno essere poi effettivamente attuate con un ddl collegato alla manovra finanziaria, una sorta di ‘legge Mancia’.

STOP USO RISORSE 5 E 8XMILLE Viene escluso per legge l’utilizzo, a finalità di copertura finanziaria di leggi di spesa, di risorse destinate dai cittadini alla quota statale dell’8 per mille e di quelle derivanti dall’autorizzazione di spesa della quota del 5 per mille del gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che risultino effettivamente utilizzate sulla base delle scelte dei contribuenti.

SPESA PER INTERESSI La seconda sezione del Def dovrà recare, almeno per il triennio successivo, le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, compreso anche l’ammontare della spesa per interessi nel Bilancio dello Stato correlata a strumenti finanziari derivati.

GESTIONI IN BANCHE E POSTE Viene disposto che l’apertura di conti presso il sistema bancario e postale da parte di amministrazioni dello Stato sia consentita solo se prevista per legge o autorizzata dalla Ragioneria dello Stato su richiesta dell’amministrazione competente che, precisa la norma, deve essere debitamente motivata e documentata. Si prevede inoltre che gli interessi realizzati su tali depositi siano versati all’entrata del Bilancio dello Stato e viene inoltre disposto un sistema sanzionatorio in caso di apertura di conti bancari o postali in assenza di apposita previsione normativa o autorizzazione ministeriale, a norma del quale le somme giacenti sui conti vengono versate all’entrata del Bilancio dello Stato per essere poi riassegnate al ministero competente.

INDICATORI BES In un apposito allegato al Def, predisposto dal ministro dell’Economia sulla base dei dati forniti dall’Istat, sono riportati l’andamento, nell’ultimo triennio, degli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) selezionati e definiti dal Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile, istituito presso l’Istat medesimo, nonché le previsioni sull’evoluzione degli stessi nel periodo di riferimento, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica e dei contenuti del Pnr (Programma nazionale di riforma), previsti nel Def. Una relazione del Mef da presentare alle Camere entro il 15 febbraio di ciascun anno dovrà evidenziare l’andamento degli indicatori di Bes medesimi, sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.

FLESSIBILITÀ SPESA Viene ampliata la flessibilità in sede di predisposizione della seconda sezione del disegno di legge di bilancio. In particolare si conferma la possibilità per i ministri di effettuare proposte di rimodulazione delle risorse finalizzate alla realizzazione di obiettivi del proprio dicastero, eliminando tuttavia il vincolo della compensatività all’interno di una stessa missione,.

BANCHE DATI Le banche dati della P.a. potranno essere accessibili da parte di ogni parlamentare.

POLITICHE GENERE Quando la legge di bilancio sarà approvata dal Parlamento, il ministero dell’Economia dovrà inviare alle Camera una relazione sull’impatto delle misure adottate sulle politiche di genere.

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