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Torna il reato di falso in bilancio: fondamentale contro la corruzione

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Finalmente il falso in bilancio torna ad essere reato. In pochi ci speravano, dopo la clamorosa depenalizzazione voluta dai governi Berlusconi e alla quale mai nessuno aveva più posto rimedio. Molte sono le sfaccettature di questo reato, strumento fondamentale per la lotta contro la corruzione e l’illegalità. Vediamo di seguito i punti principali.

SOCIETÀ QUOTATE Per chi commette il reato di ‘falso’ nelle società quotate la pena prevista andrà da un minimo di 3 anni a un massimo di 8 anni di reclusione (il testo Grasso, quello iniziale, prevedeva da 2 a 6 anni). Con l’aumento della pena si rendono possibili eventuali intercettazioni (che la legge consente solo per i reati con pena massima superiore ai 5 anni). Inoltre, il ddl Corruzione prevede che alle società in borsa saranno parificate quelle società che fanno appello al risparmio lo gestiscono, le controllate anche se non quotate e quelle che hanno fatto richiesta di ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato.

NON QUOTATE: LIEVE ENTITÀ E ARCHIVIAZIONE SE TENUITÀ Per quanto riguarda le società non quotate la pena prevista – la stessa del testo originario – va da un minimo di un anno a un massimo di 5. Viene anche prevista la pena da 6 mesi a 3 anni per colpire i fatti meno gravi (lieve entità). Inoltre, potrà essere applicata la nuovissima causa di non punibilità, per tenuità del fatto (contenuta nel dlgs approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri), quando il danno per le modalità della condotta e le caratteristiche dell’autore è stato di limitata offensività. In particolare il giudice dovrà valutare non solo la dimensione dell’azienda ma anche la portata del danno prodotto alla società, ai suoi soci e ai suoi creditori. Rispetto alla bozza iniziale, il nuovo emendamento del governo estende l’archiviazione per tenuità del fatto a tutte le società non quotate e non solo a quelle al di sotto dei limiti di fallibilità.

TORNA QUERELA PER PICCOLE SOCIETÀ NON QUOTATE E ancora, con il ddl Corruzione, per le piccole società che non sono in borsa, quelle che secondo il codice civile sono al di sotto dei limiti di fallibilità, torna la procedibilità a querela di parte. Per gli altri casi, invece, rimane la procedibilità d’ufficio.

SALGONO MULTE IN QUOTE AZIONARIE Con le proposte di modifica del governo, crescono anche le multe per chi commette il reato di falso in bilancio per tutti i tipi di società. Il testo prevede che per le società quotate la sanzione “pecuniaria” andrà da 400 a 600 quote (ora è prevista da 150 a 330); per le società non quotate, invece, si passa a un minimo di 200 a un massimo di 400 quote azionarie (rispetto al minimo di 100 al massimo di 150 previsti ora). Infine, vengono introdotte sanzioni anche per quelle società – non quotate – a cui viene riconosciuta la lieve entità del fatto: la sanzione andrà da 100 a 200 quote.

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