Informazioni, aggiornamenti, approfondimenti, commenti a cura di Marco Di Maio

Seguimi

Tassa sugli extra profitti: il fallimento di quella sui big dell’energia. Incassati meno di 3 miliardi su 11

Nel 2022 il Governo Draghi introdusse il balzello per le grandi imprese del settore energetico: ma il gettito è stato enormemente inferiore rispetto alle attese. Per ammissione del Governo

Si parla di tassa sugli extra profitti delle banche, ma in passato una misura analoga (nelle intenzioni, forse) era stata già assunta per il settore energetico. In principio fu il governo Draghi nel 2022, ad adottare questa misura come risposta diretta all’inasprimento dei prezzi energetici causati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. 

L’intento di questa mossa era di alleggerire il peso finanziario su famiglie e aziende, che si dovevano cimentare con bollette alle stelle. Sebbene fosse una decisione supportata e successivamente rafforzata anche dal governo Meloni, i risultati sperati non sono arrivati.

Nel dettaglio, la mossa sul settore energetico fu intrapresa nel maggio 2022 con il “decreto aiuti”. Inizialmente, il prelievo sulle compagnie energetiche passò dal 10% al 25%, prospettando un gettito di 6,5 miliardi, destinato alla tutela dei cittadini. 

Tuttavia, la realtà si presentò differente. A giugno, i dati evidenziavano solo 1,23 miliardi rispetto ai 10,5 previsti. In risposta, il “decreto aiuti bis” di agosto introdusse sanzioni più severe.

Un ulteriore tentativo di riforma fu avviato dal governo Meloni. Con la legge di bilancio, il prelievo fu elevato al 50%, e la base di imposizione si spostò dal fatturato netto ai profitti. Tuttavia, i miglioramenti furono minimi. 

Come ha sottolineato il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel 2022 i pagamenti effettuati da circa 220 entità sono ammontati a soli 2.760,49 milioni di euro. Nel 2023, con i cambiamenti introdotti, solo tre entità hanno versato ulteriori 82 milioni.

Maurizio Leo, il viceministro delle finanze, ha riconosciuto l’insufficienza del sistema basato sull’IVA per gli extraprofitti. In un’audizione, ha evidenziato una netta differenza tra gli 11 miliardi previsti e i soli 2,8 miliardi effettivamente raccolti. 

Leo ha sottolineato: “C’è una differenza di 8 miliardi, un dettaglio che suscita preoccupazioni e che ci costringerà a riflettere sulle future strategie.” Ciò rende ancor più precaria la posizione della recente tassa sugli extra profitti nel settore bancario, sulla cui possibilità di applicazione ed efficacia sono sempre maggiori i dubbi espressi da esperti, osservatori e analisti.

Cerca

Condividi

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Telegram
Stampa l'articolo

Articoli recenti