La sanità è uno degli argomenti che stanno più a cuore ad una comunità, specialmente in un territorio come la Romagna che ha tradizionalmente uno dei livelli più avanzati di assistenza sanitaria in Europa. Per questo sto seguendo da vicino l’evolversi della vicenda dell’Ausl Romagna, cercando per quanto nelle mie facoltà di spingere nella direzione di rendere concreto e conveniente la fusione delle quattro aziende di Forlì, Rimini, Ravenna e Cesena. Che non significa occuparsi delle nomine, ma dei progetti; allora accanto a professionisti di grandi competenze (dobbiamo cercare i migliori, indipendemente dalla loro carta d’identità e dalla loro residenza) servono gli investimenti. Per Forlì è assolutamente prioritario quello sul “Morgagni-Pierantoni”, a partire dal necessario ampliamento del pronto soccorso, dal potenziamento delle prestazioni esistenti fino al pieno utilizzo degli spazi del presidio forlivese; ce ne sono molti che pur essendo di proprietà sono vuoti. Eppure nel frattempo l’azienda paga lauti affitti in altre strutture. C’è poi il grande ruolo dell’Irst-Irccs di Meldola, una eccellenza vera e assoluta, che deve diventare il perno dell’oncologia in Romagna.
Credo che il nuovo direttore generale dell’Ausl Romagna, Marcello Tonini, stia lavorando bene e si stia muovendo con efficacia. La dimostra anche il documento sul “Piano delle azioni 2016” che ha diffuso attraverso il suo blog accessibile ai dipendenti dell’azienda (puoi scaricarlo al termine di questo paragrafo). C’è una visione chiara e positiva di ciò che si deve fare, riconoscendo pari dignità a tutti i territori della Romagna (non è avvenuto in passato) e investendo sulle vocazioni principali di ciascuna area. Sulla teoria ci siamo; ora bisogna passare presto e bene all’applicazione pratica.
> Ausl Romagna, la bozza del piano di azione 2016