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Riforma del Terzo settore: così l’Economia sociale diventa protagonista

Un centinaio di operatori del Terzo settore in Salone comunale a Forlì per la presentazione in anteprima del testo di riforma approvato giovedì sera dal consiglio dei ministri e dal premier Renzi

marcod-dimaio-terzo-settoreA cura dell’ufficio stampa

“La riforma del Terzo settore è importante per il Governo Renzi e per questo parlamento al pari di altre riforme cruciali come quelle economiche: perché siamo convinti che dall’Economia sociale passi una parte consistente della crescita e delle prospettive occupazionali del nostro Paese”. Così Marco Di Maio in un passaggio del suo intervento con cui venerdì pomeriggio ha illustrato agli operatori forlivese del volontariato e della cooperazione sociale la riforma varata del consiglio dei ministri. Un incontro ha cui hanno preso parte oltre 70 persone in rappresentanza di altrettante realtà del ‘sociale’ forlivese.

 

A moderare il confronto (introdotto da un saluto del sindaco Davide Drei), l’assessore comunale al Welfare, Raoul Mosconi, che ha spiegato come “l’intenzione dell’Amministrazione comunale è quella di proseguire questo confronto e contribuire alla scrittura degli atti attraverso i nostri parlamentari, per semplificare le norme e per portare la positiva esperienza del terzo settore forlivese come modello da seguire anche su scala nazionale”.

 

I PUNTI CARDINE – Il cardine della riforma, ha spiegato Marco Di Maio, è rappresentato “da un approccio non più assistenziale, ma ad un riconoscimento di una valenza economica che questo comparto ha. E lo spirito della legge delega è quello di incentivare e favorire la nascita di imprese sociali, regolare e definire meglio ciò che è volontariato e ciò che invece è impresa, semplificare la selva di norme con l’ambizione di arrivare ad un testo unico, prevedere incentivi e chiarezza fiscale, stabilizzare il 5 per mille in cambio di una maggiore trasparenza e rendicontazione da parte del pubblico e del privato, l’introduzione di un Servizio civile universale che diventa non solo occasione di impiego e impegno civile, ma anche opportunità di occupazione per migliaia di giovani”.

 

IL METODO – Marco Di Maio ha poi sottolineato che la novità della legge delega è rappresentata anche dal fatto che, la proposta varata dal Governo nasce “da linee guida lanciate nei mesi scorsi e corrette, modificate e rafforzare sulla base di un’ampia consultazione pubblica, aperta a tutti, durata 40 giorni e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone”. Un confronto aperto che continuerà anche nelle varie fasi dell’iter parlamentare della legge, “perché una legge delega prevede che si discuta di volta in volta anche sui decreti applicativi della delega stessa, consentendo così una discussione e un confronto permanenti”.

 

I TEMPI – La legge delega approvata dal Governo sarà esaminata ora dal parlamento. Una volta approvata, entro 12 mesi il Consiglio dei ministri dovrà emettere i decreti applicativi che saranno trasmessi al parlamento per l’espressione dei pareri e i suggerimenti di modifica; un lavoro che per ogni decreto dovrà essere compiuto entro 30 giorni (termini che se non rispettati consentono comunque ai decreti di entrare in vigore). “Dunque anche la certezza dei tempi sono una garanzia ulteriore del fatto che faremo sul serio su questa riforma, al pari delle altre di cui più si discute sui media e nell’opinione pubblica”.

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