Proseguono le iniziative per il contrasto alla povertà. Il Governo, su impulso del parlamento e grazie alle norme che abbiamo inserito nella legge di bilancio per il 2017, ha siglato un accordo con l’Alleanza contro la povertà (qui l’elenco dei soggetti che ne fatto parte) che stabilisce misure concrete e importanti per sostenere le fasce di popolazione in maggiore difficoltà. La principale è l’introduzione del Reddito di inclusione, un sostegno a chi soffre di più il peso della crisi che ha colpito la nostra economia in questi anni. Saranno interessate da questa misura, oltre 2 milioni di persone, di cui quasi 8mila sono minorenni in situazioni di gravissimo disagio.
REDDITO ISEE – Nell’intesa raggiunta tra l’Alleanza e il governo è previsto che il reddito Isee non sia l’unico criterio per l’accesso al Reddito Inclusione sociale (Reis), ma si tenga conto anche del reddito disponibile, così da permettere l’accesso alla misura anche a chi è proprietario della casa in cui abita, ma versa in stato di povertà. Per accedere al Reis bisogna non avere un reddito ISEE superiore ai 6 mila euro, superiore a quella usata oggi per il Sia stabilita a 3 mila euro
IMPORTO DEL BENEFICIO – L’importo del beneficio economico è calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento ISR che è la parte reddituale dell’Isee (tenuto conto della scala di equivalenza). Si ritiene – si legge nel memorandum – che l’erogazione debba coprire il 70 per cento della differenza calcolata e comunque in sede di prima applicazione della misura l’importo non deve essere inferiore all’assegno sociale mensile. Dall’importo così calcolato vengono comunque sottratte le somme percepite dalle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell’indennità di accompagnamento.
IN CASO DI OCCUPAZIONE – Per evitare che il beneficio si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un’occupazione stabile, il Ministero del Lavoro sta studiando dei meccanismi per i quali la misura, in versione ridotta, venga erogata anche nel caso di incremento del reddito al di sopra della soglia di accesso al beneficio.
I SERVIZI PER L’INCLUSIONE – Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali s’impegna a introdurre nel Fondo alla lotta alla povertà una specifica linea di finanziamento strutturale per i servizi connessi al Reis in forma di quota vincolata da destinare ai territori. La quota vincolata destinata ai territori non dovrà scendere mai al di sotto del 15 per cento del Fondo alla lotta alla povertà e la quota destinata ai servizi d’inclusione sociale non scenderà mai al di sotto del 25 per cento del Fondo stesso.
SUPPORTO AI TERRITORI – Nel decreto legislativo sarà prevista una struttura nazionale permanente di affiancamento alle amministrazioni territoriali per garantire una applicazione uniforme del Reis. Nel memorandum si legge che alla struttura devono essere garantite risorse umane ed economiche adeguate al fine di svolgere in maniera continuativa al fine di fornire strumenti adeguati alle amministrazioni coinvolte. Tra i compiti della struttura nazionale sono previsti: attività di promozione, sostegno e implementazione del Reis, supporto nello sviluppo delle competenze necessarie, costituzione di una comunità di pratiche, diffusione di linee guida, di protocolli formativi e operativi, realizzazione di incontri, interventi di tutoraggio alle realtà locali in difficoltà.
MONITORAGGIO – Entro la fine dell’anno, il Ministero del Lavoro presenterà un piano di monitoraggio per verificare l’applicazione del Reis su tutto il territorio nazionale. Il piano definirà le modalità operative per la raccolta dei dati e i soggetti coinvolti; gli indicatori qualitativi e quantitativi per la verifica dell’attuazione del Reis, sia per la parte di sostegno al reddito che per i servizi alla persona.