Come viene affrontata da alcuni dei principali Stati europei la questione dei maxi-profitti realizzati dagli istituti di credito: una mappa molto variegata
In tutta Europa, diverse nazioni hanno adottato o adottando misure per tassare gli extra-profitti delle banche con l’obiettivo di supportare le famiglie e le aziende in difficoltà. L’Italia è solo l’ultimo degli Stati europei a seguire questa tendenza, che pure è assai controversa e contestata da molti. E c’è anche chi ha deciso di non fare assolutamente nulla.
Vediamo di seguito una rassegna delle iniziative adottate in alcuni dei principali paesi europei:
1. Spagna: Il governo mira a raccogliere 3 miliardi di euro entro il 2024 tramite una tassa introdotta lo scorso anno sulle banche. Questa prevede un’aliquota del 4,8% sul reddito netto da interessi e commissioni, se superiore a 800 milioni di euro. CaixaBank, il principale istituto di credito spagnolo, ha rivelato un impatto di 373 milioni di euro, mentre Sabadell ha riportato un costo di 157 milioni di euro.
2. Francia: Nonostante non ci sia una tassa specifica sugli extra-profitti, il Presidente Macron ha suggerito che le grandi aziende dovrebbero condividere maggiormente i loro profitti con i dipendenti. Le banche francesi sono però soggette a una normativa che limita l’aumento dei costi dei prestiti e a un programma di risparmio regolamentato.
3. Gran Bretagna: Sebbene non sia stata introdotta una tassa sugli extra-profitti, dal 2011 esiste un’imposta sugli attivi totali delle banche britanniche e sulle operazioni locali di banche estere.
4. Germania: Malgrado l’aumento significativo del reddito netto da interessi delle banche tedesche, il ministro delle Finanze, Christian Lindner, ha escluso qualsiasi tassazione sugli extra-profitti.
5. Repubblica Ceca: Il Parlamento ha approvato una tassa del 60% sui profitti bancari che eccedono il 120% del fatturato medio del periodo 2018-2021, mirando a raccogliere 3,5 miliardi di euro.
6. Ungheria: Recenti modifiche alle imposte sugli extra-profitti permettono alle banche di ridurne l’incidenza se acquistano titoli di Stato nazionali. È stata inoltre introdotta una “tassa sociale” del 13% su determinati investimenti.
7. Lituania: È stata recentemente adottata una tassa sul reddito netto da interessi delle banche per il biennio 2023-2024, la quale dovrebbe fruttare 410 milioni di euro, destinati al potenziamento militare.
8. Svezia: Dal gennaio 2023, le banche con obbligazioni legate alle operazioni nazionali superiori a 150 miliardi di corone svedesi saranno soggette a una “tassa sul rischio”, finalizzata a rafforzare il bilancio pubblico.
In molti di questi paesi, il dibattito pubblico si è focalizzato sulla questione, dimostrando l’importanza crescente di assicurare un equilibrio tra i profitti delle banche e il sostegno alla società in tempi economicamente turbolenti.