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Il calo delle nascite costerà all’Italia un terzo del PIL: agire su immigrazione, servizi, cultura, educazione

Al Forum Ambrosetti di Cernobbio, fari accesi sul problema delle nascite e l’invecchiamento della popolazione: per gli esperti si tratta di una “Apocalisse demografica”

Alla vigilia del Forum Ambrosetti, Valerio De Molli, il padrone di casa, pone sul tavolo una questione cruciale che sconvolge la platea degli imprenditori e catalizza l’attenzione dei media: l’inverno demografico. Un termine che descrive l’invecchiamento della popolazione e il suo impatto sull’economia e il tessuto sociale del paese. La situazione è talmente grave che si parla di “Apocalisse demografica” e i numeri parlano chiaro: un terzo del PIL nazionale è a rischio.

Capire l’inverno demografico
Il fenomeno dell’inverno demografico non è solo un calo dei tassi di natalità. È la spirale discendente di una popolazione che invecchia senza essere rimpiazzata da una nuova generazione. Se lasciato incontrollato, avrebbe ripercussioni catastrofiche non solo sulla forza lavoro ma anche sul sistema di welfare e l’intera struttura economica del paese.

Conseguenze a cascata: numeri inquietanti
L’inquietudine si trasforma in viva preoccupazione quando De Molli esamina i dati più dettagliatamente. Se la situazione resta immutata, si prevede – paradossalmente – che l’ultimo italiano nascerà nel 2225, e che la popolazione italiana cessi di esistere nel 2307. Ma non è tutto.

Questa Apocalisse demografica, come viene etichettata, causerà una perdita economica pari a un terzo del PIL italiano. Il rapporto debito/pil potrebbe schizzare al 200% entro il 2070. In questo scenario apocalittico, ogni nuovo nato erediterebbe un debito di 127.000 euro. Il sistema pensionistico imploderebbe, con un rapporto tra pensionati e lavoratori che passerebbe da 1 a 4 a un insostenibile 1 a 1 entro il 2050.

Le soluzioni proposte: Immigrazione e Oltre
Il Club The Ambrosetti European House e il presidente del Cnel Renato Brunetta offrono alcune soluzioni. Agire sull’immigrazione è al top della lista: aumentare immediatamente a almeno 250.000 l’anno la quota di permessi di soggiorno per motivi di lavoro, sviluppare una politica di attrazione di immigrati qualificati e favorire l’integrazione e la mobilità sociale.

Flessibilità e Tecnologia: L’Adattamento della Forza Lavoro
Altre idee vanno dalla flessibilità nel mondo del lavoro, come estendere l’età pensionabile fino a 75 anni, all’utilizzo della tecnologia per assistere la popolazione invecchiante. È suggerito anche un impiego sperimentale di robot per l’assistenza agli anziani.

Cultura e Educazione: Cambiare la Narrativa
Infine, non meno importante, è il cambiamento culturale. Introdurre l’educazione civica sui temi della demografia e natalità, incentivare la genitorialità e sviluppare una narrativa positiva intorno a questi temi potrebbe essere un punto di svolta.

Una Corsa contro il Tempo
L’orologio sta ticchettando e le scelte fatte oggi determineranno se l’Italia entrerà in una nuova era di prosperità demografica o scivolerà in un’irreversibile crisi. Mentre la discussione sul tema esplode, rimane da vedere se le parole si trasformeranno in azioni concrete prima che sia troppo tardi.

Con un terzo del PIL a rischio e scenari quasi distopici in vista, l’inverno demografico non è più un problema che l’Italia può permettersi di ignorare. È un appello all’azione urgente, un ultimatum che l’Italia deve affrontare ora o mai più

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