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Spagna, dopo le elezioni ogni scenario è possibile

Alberto Núñez Feijóo e Pedro Sanchez avviano un periodo di negoziazioni per formare un nuovo governo. Se falliranno, la Spagna potrebbe tornare al voto.

Dopo le elezioni vinte dai Popolari e con la bella affermazione di Sanchez, ogni scenario è possibile. Compreso il voto anticipato. Sono partite le negoziazioni tra i principali partiti dopo la notte elettorale che ha visto il Partito popolare di Alberto Núñez Feijóo emergere senza ottenere la maggioranza necessaria per formare un governo, nonostante l’aggiunta dei seggi di Vox.

Questo risultato si verifica dopo un periodo di campagne elettorali intense, dalle elezioni regionali e comunali del 28 maggio, che in realtà facevano propendere pronostici e sondaggi verso una netta affermazione della destra. Che non c’è stata.

Ora, il Paese iberico entra in un periodo di trattative politiche tra diverse forze, con Feijóo e il leader socialista Pedro Sanchez impegnati nel trovare un equilibrio per istituire un nuovo governo. In caso di fallimento, la Spagna potrebbe dover tornare alle urne entro la fine dell’anno.

Le nuove Cortes si insedieranno il 17 agosto, secondo il decreto di convocazione delle elezioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 maggio. L’elezione del presidente del Congresso dei deputati sarà la prima prova per determinare quale dei due maggiori partiti, PP e PSOE, riuscirà a ottenere più voti.

Dopo l’insediamento delle nuove Cortes, inizieranno le consultazioni al Palazzo della Zarzuela con Re Felipe VI. Nonostante la Costituzione spagnola non obblighi il re a nominare come Premier il leader del partito più votato, che sarebbe Feijóo, mai nella recente storia democratica spagnola è accaduto che il Premier sia stato il leader del partito arrivato secondo alle elezioni.

Con i risultati elettorali attuali, la formazione di un nuovo governo appare complessa. Entrambi i leader, Sanchez e Feijóo, avrebbero bisogno di ottenere la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati in prima votazione, ovvero 176 seggi. In caso contrario, si terrà una seconda votazione in cui i leader avrebbero bisogno di ottenere più sì che no.

Sanchez del PSOE ha ottenuto 122 seggi e può contare sull’appoggio di Sumar, la piattaforma progressista di Yolanda Diaz, che detiene 31 seggi. Tuttavia, Sanchez avrebbe bisogno del supporto di diversi partiti indipendentisti e nazionalisti per raggiungere la maggioranza. D’altra parte, Feijóo ha ottenuto 136 seggi, che, combinati con i 33 di Vox, arrivano a 169, sette meno della maggioranza assoluta.

Se né il PP né il PSOE riusciranno a formare un nuovo governo, si aprirà lo scenario di un secondo voto, come accaduto nel 2016 e nel 2019. In questo caso, le elezioni si terrebbero 47 giorni dopo il fallimento del primo voto di investitura.

Le elezioni hanno rafforzato la leadership di Pedro Sanchez nel PSOE, quella di Yolanda Diaz nell’area a sinistra del PSOE e non mettono a rischio il ruolo di Santiago Abascal dentro Vox, che pare abbastanza incontrastato.

Alberto Núñez Feijóo, tuttavia, potrebbe perdere il suo ruolo all’interno del Partito popolare, sostituito da potenziali leader come Isabel Diaz Ayuso o Juanma Moreno Bonilla. E’ già accaduto in passato (e a beneficiarne fu proprio Feijoo) che tra due correnti dentro al PP, alla fine spuntasse un terzo nome da indicare come leader o, in questo caso, addirittura come premier qualora servisse sostituire l’attuale segretario con un altro personaggio per ragioni di compromesso. Vedremo.

Sanchez non è a rischio di perdere la leadership, avendo “ottenuto più deputati e più voti” rispetto alle precedenti elezioni. Vox, essendo un “partito molto gerarchico”, vede la sua leadership indiscussa, con nessuno che possa minacciare la posizione di Abascal, come spiegato dal politologo Jaime Ferri Dura, professore all’Università complutense di Madrid.

Sia come sia, in ogni caso per alcune settimana si ballerà il tango dell’incertezza sul futuro della Spagna; e anche su quello dell’Europa, cha guarda con grande attenzione all’evolvere della situazione nella penisola iberica.

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