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Anticipare subito importo degli Ecobonus per rilanciare edilizia e aiutare le famiglie

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Abbiamo presentato, assieme alla collega Sara Moretto, una proposta di legge per ampliare la platea dei cittadini che usufruiscono delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica e per rimettere in moto il settore dell’edilizia. In che modo? Consentendo ai cittadini di poter incassare subito l’intero importo della detrazione, anzichè in 10 rate annuali, attraverso accordi specifici con le banche.  

La proposta di legge prevede una nuova procedura in cui il cittadino individua una banca o un intermediario finanziario con cui concordare questa anticipazione, dovrà ovviamente comunicare all’Agenzia delle entrate i lavori per le agevolazioni e a quel punto il cittadino o l’impresa dovrà sborsare solo ciò che non è coperto da agevolazione fiscale; il resto verrà anticipato dagli istituti bancari. I partner strategici sono sicuramente le imprese ma anche le banche che in questo modo fungerebbero da soggetti che aiutano a stimolare il volano dei lavori che vorremmo accendere con questa proposta.

E’ una proposta che avrebbe una ricaduta concreta. Secondo uno studio realizzato da Cna, che abbiamo coinvolto e che ha partecipato alla conferenza stampa con il suo presidente Daniele Vaccarino, per ogni mille euro di spesa per ristrutturazioni 580 saranno pagati dalla famiglia e 420 euro sarà finanziata dalla banca. Per la riqualificazione energetica il risparmio è ancora maggiore perchè ogni mille euro 450 sono a spese della famiglia e 550 verranno anticipati dalla banca. L’onere per lo Stato è stimato in circa 100mln dal 2018; ma con 450 milioni di maggiori entrate e con un aumento di 5 miliardi di lavori edili solo nel primo anno e un incremento di circa 24mila occupati.
La proposta di legge produrrebbe, sulla base dei dati di Cna, un aumento di circa 24 mila dipendenti nel primo anno di applicazione. Dall’altro lato, amplia la platea dei beneficiari includendo anche le famiglie incapienti: le stime di Cna parlano di 3 milioni di pensionati (il 20% del totale) e di 5 milioni di dipendenti (25%) incapienti in Italia che avrebbero accesso alle detrazioni, possibilità che oggi gli è di fatto preclusa.

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