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Aeroporto: non sono pentito di averci messo la faccia, l’ho fatto per il territorio e non per Halcombe

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Di seguito le note che ho inviato per iscritto al Corriere Romagna, che mi ha chiesto di esprimermi su un paio di questioni: la prima è se mi fossi pentito essermi speso con così tanto impegno per l’aeroporto e la seconda se mi ritenessi soddisfatto di quanto detto dal sindaco Drei dopo le mie sollecitazioni della precedente newsletter. 
1) Non ho messo la faccia su questa partita per Halcombe (che non conosco, se non per averlo visto una volta casualmente a Bologna e una volta nell’unico incontro ufficiale convocato dal Comune di Forlì a cui sono stato invitato, ormai un anno e mezzo fa); c’ho messo la faccia per Forlì e per il territorio romagnolo, mettendo un impegno che peraltro è andato ben oltre le mie funzioni. L’ho fatto volentieri e lo rifarei, nella convinzione che i milioni di euro che negli anni si sono spesi per l’aeroporto non possono finire al macero. Halcombe e la Air Romagna sono arrivati alla possibilità di poter riaprire l’aeroporto grazie al fatto che sono gli unici ad aver partecipato al bando, ma soprattutto grazie a tutto il lavoro che è stato fatto. Ora, dalla posizione in cui mi trovo io, non è più possibile fare altro. La partita la deve giocare chi ha assicurato di avere i soldi, i contatti, le relazioni e la capacità di far funzionare lo scalo. L’aeroporto di Forlì può avere una sua dignità e una sua funzione importante, ma solo con una qualche forma di collaborazione con il “Marconi”; non certo in concorrenza con Bologna e con Rimini.
2) Mi fa piacere che il sindaco abbia voluto raccogliere lo stimolo a prendere in mano da protagonista, quale deve essere, la vicenda. Non ho fatto altro che dare voce a una attesa diffusa in città e sul territorio, tra le persone interessate a questa vicenda. Che sono tantissime. Nei mesi che si sono susseguiti e nel difficile lavoro di assicurare Enac e le istituzioni nazionali che era sbagliato non dare un’altra chance al nostro aeroporto, non sempre c’è stato quello spirito di squadra di cui, invece, c’è enorme bisogno. Anche oggi e non solo sull’aeroporto, ma su tutte le questioni che riguardano Forlì e il suo territorio.

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